La scala di riduzione può essere sia numerica che grafica e mira a definire il rapporto tra una lunghezza misurata sulla carta e una lunghezza misurata nella realtà. Queste scale servono per rappresentare su un foglio qualsiasi cosa abbia dimensioni ad esso superiori, dalla pianta di una stanza alla mappa di un paese, creando un disegno che rispecchi il più possibile la realtà. La scala di riduzione, quindi, ha proprio lo scopo di aiutare a creare una rappresentazione il più possibile fedele. Vediamo ora come funzionano la scala di riduzione numerica e la scala di riduzione grafica.

Scala di riduzione numerica e scala di riduzione grafica

La scala di riduzione numerica è quella che rappresenta una riduzione in scala attraverso due numeri separati dal simbolo diviso e che utilizza come unità di misura il centimetro. Le scale di riduzione solitamente adottate sono:

  • 1:10 - significa che un cm su carta equivale a dieci cm nella realtà;
  • 1:100 - significa che un cm su carta equivale a 100 cm nella realtà;
  • 1:100.000 - significa che un cm su carta equivale a 100.000 cm nella realtà.

La scala di riduzione grafica, invece, rappresenta una riduzione in scala mediante una linea retta divisa in segmenti ognuno dei quali è lungo un cm. Sotto ciascun trattino che divide i segmenti è riportato un numero (che corrisponde al valore di ogni segmento) e in fondo alla linea, a destra, troviamo l’unità di misura di riferimento.

Entrambe queste scale di riduzione possono essere applicate con eguale efficacia per riportare un oggetto o un luogo su un foglio di carta e comprendere le distanze e le misure. La scala di riduzione grafica risulta ancor più immediata di quella numerica poiché ogni segmento rappresenta un cm del disegno e si ha scritto ben chiaro a quanto corrisponde.
Un appunto sulle cartine: le distanze, essendo misurate come linee rette, vanno intese come distanze in linea d’aria, non le distanze percorse sulle strade che collegano due luoghi, che sono inevitabilmente maggiori.